I corpi e le loro geografie alternative

Tempi e spazi quotidiani, bricolage dell’uso della città e controgeografia inconsapevole che emerge silenziosamente, costruendo mappe alternative, che erodono i non luoghi della contemporaneità. Riconquista tenace del diritto alla non omologazione ed al non uso secondo un modi già previsti di un luoghi a quello predisposti.

La controgeografia dei corpi si localizza negli spazi residuo della città, luoghi prodotti dal tentativo di organizzare razionalmente il territorio urbano:

  • incroci periferici e banchine di assi di comunicazione come poli della ristorazione locale a base di porchetta e lampredotto;
  • parcheggi scambiatori e parcheggi di centri commerciali come campi di calcio notturni.

È il frutto minuto della varietà (molteplicità) dei comportamenti che gli spazi residuo accolgono e consentono:

  • pensiline dell’autobus fornite di seggiole, dismesse da casa, come ritrovo per anziani nelle ore pomeridiane e serali;
  • collegamenti pedonali e ciclabili spontanei attraverso aree ‘vuote’;
  • sponde di torrenti e terre racchiuse da svincoli stradali come orti urbani;

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Questi sono dunque gli spazi di ogni possibile invenzione attraverso pratiche di vita?

Forse no e sicuramente non sempre è stato così. Per questo il tema del diritto alla città è oggi sempre più rilevante poiché oggi tali spazi si trovano sempre più, solo, nelle zone di frizione fra le funzioni razionali e, sempre più, solo la loro esistenza permette l’esprimersi di pratiche creative.

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