Viaggio nella città “costruita” dai suoi abitanti


Esistono vere e proprie ragioni del corpo, nelle diverse stagioni della vita che portano a determinare modalità di abitare e di costruire spazi vecchi e nuovi della città oltre i modi e gli usi tradizionali, recuperando talvolta fruizioni antiche, inventandone talaltra di nuove ed insospettate.

Tempi e spazi quotidiani, bricolage dell’uso della città e controgeografia inconsapevole che emerge silenziosamente, costruendo mappe alternative. Riconquista tenace del diritto alla non omologazione ed al non uso secondo modi già previsti di luoghi a quello predisposti.

La controgeografia dei corpi si localizza negli spazi residuo della città, luoghi paradossalmente prodotti dal tentativo di organizzare razionalmente il territorio urbano.

Il disinteresse delle burocrazie (amministrazioni urbane) è spesso alle origini delle pratiche che creano i luoghi di cui qui si parla, ma finisce per essere anche condizione necessaria alla loro sopravvivenza.

La burocrazia urbana è strutturata per rifiutare la creatività delle pratiche di vita.

Questa ‘non organizzazione’ degli spazi residuo andrebbe considerata una ricchezza e gli andrebbe conferita dignità urbanistica.
Praticamente andrebbe tutelata; dimenticandola


Gli spazi di ogni possibile invenzione attraverso pratiche di vita si trovano nelle zone di frizione fra le funzioni razionali della città…


… e solo la loro esistenza permette l’esprimersi di pratiche creative, della controgeografia dei corpi:

ArrediUrbani – MicroAttività – LuoghidiRitrovo – Usi (im)propri dello spazio pubblico – ArchitettureSpontanee


Questi sono alcuni degli spazi di ogni possibile invenzione attraverso pratiche di vita.

Mobile, talvolta effimera, legata al tempo ed alle stagioni, essa crea una rete di luoghi e “servizi” alternativi che la città ufficiale tollera, ignora, combatte.

Ma questa geografia, è fondamentale poiché nella molteplicità è l’energia positiva della città.